È molto tempo che non ci incontriamo qui, nel cyberspazio
Non so io, ma tu mi sei mancato. Questo sentire di poterti essere utile mi è mancato. Ero un po’ indaffarata. E non uso questa parola a caso. Un conto è essere occupato a fare cose. Un conto è essere indaffarato. Ti lasci prendere da cose di secondaria o nulla importanza e ti dimentichi di te stesso. Ero intenta a misurarmi con il mondo e, se hai un minimo di saggezza, come credo, sai che non è utile.
Perché ti dico tutto questo?
Non dovrei star qui a dirti quanto sono brava, quanto per me tutto sia facile, mi venga facile? Invece no. Condivido con te una mia empasse, durata parecchi mesi, in cui non sapevo bene cosa fosse successo, ma mi ero impallata, come a quei CD che metti e che ripetono a loop lo stesso pezzo.
Mi dicevo che il libro che ho scritto in fondo era l’ennesimo libro sulla felicità, sul concetto, sulla parola, sulla mia esperienza di vita e mi raccontavo che in fondo il mondo poteva anche farne a meno.
Ti confesso questa cosa. Il mondo può assolutamente farne a meno. Il mondo può fare a meno di un sacco di cose, di persone… c’è solo una cosa di cui non dovrebbe mai fare a meno.
L’Amore.
E così sono io che non posso farne a meno. Sono io che desidero condividerlo.
In questi mesi ho completato il mio percorso iniziato nel 2009, prendendo questo “pezzo di carta” che è il Master in PNL, certificato da Bandler; ma siccome il mondo si sta riempiendo di persone che con 100 euro si comprano una certificazione di coach in PNL, giustamente Bandler e l’Italia, si stanno attrezzando perché venga costituito un albo – così, questo meraviglioso percorso fatto con Andrea Favaretto, potrebbe non essere più il mio ultimo “pezzo di carta”.
Questa con Andrea è stata un’esperienza ricchissima che non ha a che fare certo con l’empasse, ma che mi ha per certo portato a riflettere sulla necessità o meno di essere coach in un mondo dove questo lavoro è svolto dai grandi professionisti come Favaretto e da persone che possono veramente far danni, o perfino da truffatori… e questi ultimi purtroppo non sono pochi…
Poi mi sono detta che, a prescindere da titoli e diplomi, io sono un coach naturale e quindi riprenderò il cammino ora che ho imparato a lasciar andare…
Lasciar andare il desiderio impellente di avere dei coachee da seguire.
Lasciar andare il desiderio di avere il mano la stampa del mio libro.
Lasciar andare la curiosità di presentarlo in libreria.
Lasciar andare la voglia di tenere i miei corsi.
Lasciar andare quella “necessità” che era per me incontrare le persone che mi cercano, che mi stimano.
Ho lasciato andare parecchio, ho lasciato che passasse del tempo perché non volevo attaccamento, non volevo dipendere da questo e volevo ritrovare la felicità allo stato più semplice. Quella del vivere l’attimo, il godermi la vita quotidiana nelle sue tante emozioni, nei profumi, nelle parole d’affetto, nella condivisione con la mia famiglia, nel giocare con Saretta, la piccola con cui passo le mie gioiose mattinate e mille altre piccole meraviglie come ci sono negli occhi e nel cuore di chi sa annusarle nel quotidiano.
Ora mi sento pronta a rimettermi all’opera per pianificare un nuovo anno lavorativo da settembre in poi…
Ora che l’emozione è decantata e che ho lasciato andare l’urgenza per incontrare me stessa e anche te, nel modo migliore.
A presto.
ALOHA!