Accettare quel lavoro oppure aspettare un’altra occasione?
Tenere il muso ancora per un po’ “così capisce” oppure cercare di spiegarsi meglio?
Far capire ai tuoi genitori che “Non vi sopporto più!” oppure metterci una croce sopra?
Alcuni di questi sono falsi problemi, o meglio, problemi che si risolvono aumentando il proprio grado di consapevolezza e responsabilità della propria felicità.
In ogni caso, quando c’è da prendere una decisione nella professione, negli affetti e nelle relazioni, il dato di partenza è osservare il proprio stato emotivo in relazione alle possibilità che abbiamo Share on X.
A volte alcune non sono delle scelte dualistiche, o questo o quello, ma, dato che il nostro cervello per risparmiare energie tende a impostare tutto su dualismi, la maggior parte delle volte ci incastriamo in una scelta binaria che nella realtà non c’è. Per essere più precisi se la situazione ci appare sotto forma di o questo, o quello, dobbiamo fare come il fotografo, cambiando obiettivo e passare dal tele, che serve per i ritratti, al grandangolo, che spalanca la visuale perdendo si, i dettagli, ma mostrandoci molte altre opportunità che sono visibili solo cambiando ottica, appunto.
La scelta non è mai tra due cose e non è mai all’esterno, analizzando i dati oggettivi. Share on X Nulla è oggettivo, tutto è creato dall’immagine interiorizzata, dal bagaglio emozionale che quella cosa porta con sé attraverso ricordi, correlazioni, equivalenze complesse, insomma, nulla è come è, ma come ciascuno di noi lo percepisce Share on X.
Capite ora che, se applichiamo questa percezione del reale, assumendo il dato che, crediamo di agire razionalmente, ma invece giustifichiamo razionalmente una scelta che facciamo attraverso la nostra parte emozionale, di pancia, le scelte che facciamo sono, come si dice, tutto un altro paio di maniche. Ti ricordi quando ti ho detto che noi abbiamo il cervello di un gatto, nella pancia? Share on X E’ scientifico, tienilo bene a mente per capire come procedere.
Quindi, come si fa, a prendere una decisione in qualsiasi ambito della nostra vita?
Quando una decisione è particolarmente importante o mi sembra che possa in qualche modo condizionare la mia libertà, io mi siedo, respiro con calma e mi chiedo:”Come mi sento in una situazione di questo genere? Che emozioni provo, cosa mi immagino accada?” E continuo a respirarci dentro, mentre immagino. Durante questa visualizzazione ad occhi aperti vedo le persone con cui dovrò collaborare, sento il tipo di sensazioni che queste persone mi hanno dato quando ci ho parlato ed ho interagito con loro, sento se mi hanno dato la sensazione di essere naturali, a proprio agio, in pace con se stesse, rilassate.
Questo vuol dire che sarà tutto sempre perfetto? Qui bisognerebbe aprire un altro capitolo riguardo a ciò che per ciascuno di noi è la perfezione. Io francamente la trovo un po’ noiosa, dato che nella mia mappa del mondo, varietà è più importante di sicurezza, però c’è chi magari preferisce che tutto sia prevedibile e senza scosse.
Questo mi preserva da decisioni sbagliate? No. Però riduce drasticamente la frustrazione, la rabbia il “te l’avevo detto!” con cui mi martoriavo quando ero più “opportunista” quando pensavo di scegliere razionalmente invece decidevo in base alle mie paure, insicurezze. In quel tempo non decidevo con la mia parte saggia interiore, ma con il cervello razionale, privo della parte emozionale, quando invece è il mondo emozionale che sa le cose anche quando non sappiamo spiegarle a parole.
A livello emozionale credo, come si dice, di dover ancora “mangiar pagnotte” ma la consapevolezza della provenienza della mia saggezza interiore, mi facilita molto il compito e mi aiuta anche ad essere più amorevole, molto più amorevole con me stessa. Perché ti dico questo? Per condividere con te un dato concreto: non è la perfezione che ci renderà felici, ma l’accettazione delle nostre imperfezioni Share on X, dei nostri spigoli caratteriali, delle nostre idiosincrasie, le cose che non sopportiamo di noi o degli altri, d cui possiamo anche arrivare a farci, perché no, quattro risate.
Attenzione però, al tipo di risate. Non sono tutte uguali, lo sai meglio di me. Hai presente quelle risatine di imbarazzo che suonano finte? Ecco quelle non sono liberatorie, non alleggeriscono, anzi, manifestano un disagio, disapprovazione, è un “rido perché sono gentile, altrimenti farei ben altro, ma sono educato e quindi mi controllo”.
In conclusione
- Essere consapevoli delle nostre emozioni ci libera dal problema del prendere una cattiva decisione
- Osservare le nostre emozioni ci preserva dal prendere una decisione falsamente intelligente
- Nulla è oggettivo all’esterno ma esiste un mondo esterno che noi interiorizziamo
- Per prendere una decisione, respira, immagina, ascolta le tue emozioni in relazione ad essa
- Valuta l’imperfezione come connaturata all’esperienza umana e alleggerisci la tua vita
- Le buone decisioni si prendono con il cervello nella pancia e si motivano con le parole
- La consapevolezza della saggezza interiore ci aiuta nelle decisioni e facilita la vita
- Quando riusciamo a ridere di un problema, non è più un problema Share on X
- La risata di pancia è liberatoria, la risata finta, no.
Alla prossima settimana