Quali sono le qualità primarie di un coach? Ascoltare, osservare, comprendere, essere empatica con la persona e non con il problema. E porre le domande giuste.
Un esempio pratico.
Se ci rifacciamo alle culture cosiddette primitive, il gruppo degli anziani di una tribù era fatta dai saggi, coloro che avevano vissuto di più e quindi più esperti e in grado di dare indicazioni al proprio popolo nel prendere decisioni buone per tutti.
E come avveniva questo consiglio? Ci si riuniva, venivano poste delle domande a cui si trovava una risposta. Ecco, immaginate che questa specie di consiglio avvenga anche dentro ciascuno di noi, la mente conscia, la mente inconscia, le emozioni, i desideri, le pulsioni… i progetti che magari abbiamo in mente… è come un grande consiglio, quindi come procediamo? Con le domande! Ed è la qualità delle domande che ci poniamo che fa la qualità della vita che viviamo.
Per fare un esempio se mi domando “Come posso guadagnare di più?” siccome il cervello vive le domande come un ordine di ricerca dati, andrà a spulciare nei nostri file possibili risposte intelligenti. Se invece la domanda fosse “Perché non guadagno di più?” la risposta più probabile non sarebbe di accesso ai file di ricerca soluzioni ma entrerebbe nella sfera emotiva/demotivante, ovvero potremmo risponderci “Perché c’è la crisi, perché sono un incapace, perché sono sfigato…” eccetera. Quindi è esclusivamente la qualità delle domande che ci facciamo a dare risposte di qualità. E relativi comportamenti che portano alla soluzione e alle azioni conseguenti.
Semplificando molto quindi questo è essere un coach, domandare guidando il proprio coachee verso le risposte utili – per intraprendere le azioni – che fanno raggiungere gli obiettivi prefissati.
Certo la prima cosa è avere obiettivi chiari. Se non hai obiettivi chiari un incontro con me può essere utile a chiarirli. Da obiettivi chiari nascono le azioni, perché non basta desiderare ma bisogna agire! 😉