Forse sarai curiosa/o di sapere come è proseguita la mia avventura con Giovanni, il bimbo dislessico che ho iniziato a seguire lo scorso anno scolastico in marzo e che aveva una sfilza di 5, in terza elementare.
Quest’anno ci siamo fatti una promessa. Io l’avrei seguito tutto l’anno e lui si sarebbe impegnato per ottenere risultati più belli, perchè sapeva che avere voti migliori significava innalzare la sua autostima.
Beh, procede tutto molto meglio. Nonostante l’atteggiamento delle insegnanti non sia dei migliori, nel senso che non capiscono che molto del suo comportamento è dovuto alla dislessia, alle emozioni che prova quando è frustrato nel risultato, per un dettato ad esempio.
.. però quest’anno ha deciso di lottare, di fare la differenza! E il suo amor proprio è accresciuto.
Se prima riusciva a stare 1 ora a dirmi che non voleva fare i compiti e che era stanco ecc ecc. ora capita che arrivo da lui che ha già svolto dei compiti da solo.
Io continuo a nutrire il suo amor proprio, ho un atteggiamento aperto e amorevole, anche quando non è proprio di buon umore per cose che sono successe a scuola, litigi o altro. Lo riporto sempre alla sua motivazione principale, crescere per sé stesso, perchè lui è intelligente e non deve dimostrare niente a nessuno e quel che fa lo fa per sè stesso. Così cominciano ad arrivare le lodi alle interrogazioni e i buoni voti in matematica. Giovanni è discalculico, non riesce a memorizzare nessuna tabellina, tranne quella del 5. Però nella scomposizione dei numeri è una saetta e se sta concentrato è capace di essere velocissimo ed è intuitivo.
Il lavoro con lui va sempre impostato come gioco e con l’idea che può dimostrare a se stesso di essere veloce e intelligente e che l’allenamento paga.
La dislessia non ha nulla a che fare con l’intelligenza e l’Amore è la chiave per cambiare i risultati.
Sono veramente contenta che stia prendendo fiducia e consapevolezza, assumendosi le responsabilità dei suoi risultati.
Alla prossima